Abbiamo realizzato un concept molto moderno, con una superficie di oltre duemila metri quadrati, sviluppato scavando negli strati di tufo, una roccia vulcanica porosa depositata dal Vulture nel corso di migliaia di anni. Lo spazio e' mantenuto a una temperatura costante tutto l'anno e offre la condizione ideale per l'affinamento del vino. La cantina è dominata da una monumentale scultura in situ di Giacinto Cerone, artista originario di Melfi. E' la sua opera più grande e insolita, un simbolo di fertilità che è realizzato da una miscela di materiali della natura, legno, gesso e canapa. Quest'opera d'arte è un omaggio alla grandezza e alla virtù del vitigno Aglianico del Vulture.
I VIGNETI
L’azienda si estende su 53 ettari, di cui 33 a vigneto. I nuovi vigneti sono stati progettati appositamente per adattarsi all’ecosistema della zona. Sono caratterizzati da un’elevata densità di ceppi per ettaro, con un sistema di allevamento a cordone speronato che produce una bassissima produzione di ceppi. L’obiettivo è produrre una resa inferiore ma solo della massima qualità.
I VITIGNI
Il vitigno principale coltivato nella tenuta è l’Aglianico. Questo è l’antico Hellenicus di origine greca lodato da Quinto Orazio Flacco, poeta latino. I vitigni sono stati oggetto di un’attenta indagine scientifica, attraverso la quale sono stati individuati i migliori cloni, garantendo un’ottima qualità. Gli studi sono ancora in corso.
I NOSTRI VINI
Tenuta le Querce, con i suoi splendidi vigneti già di proprietà del meridionalista Giustino Fortunato è un'azienda leader nel mondo per la produzione del famoso vino AGLIANICO DEL VULTURE DOC, che vanta oltre 2000 anni di storia e che rappresenta il connubio perfetto tra la ricca ed equilibrata composizione del terreno di origine vulcanica (Vulture è appunto il vulcano sul cui suolo viene coltivato il vitigno che lo genera) e la fortunata esposizione climatica tra i comuni di Barile e Ginestra in provincia di Potenza.
VIOLA
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Aglianico del Vulture Doc
Il nome del vino deriva da una vecchia etichetta dell'ex azienda Sasso di proprietà della famiglia Pietrafesa. Le uve utilizzate provengono da un'accurata selezione dei grappoli da vigneti aziendali. Vitigno: Aglianico del Vulture Vendemmia: metà ottobre. Affinamento: in barrique di più passaggi, almeno sei mesi in bottiglia
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Aglianico del Vulture Doc
Questo vino è dedicato a Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia, ed è una dedica al territorio poichè l'imperatore a Melfi e a Lagopesole aveva fatto costruire due magnifici castelli. Le uve derivano da un singolo vigneto in Tenuta che prende il nome dal vino stesso. Vitigno: Aglianico del Vulture.
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Aglianico del Vulture Doc
Il nome di questo vino deriva da un ritrovamento di un cippo in un vigneto della Tenuta. Sulla pietra era scolpita una corona a cinque punte. E' ottenuto con uve provenienti dall'omonimo vigneto all'interno della Tenuta. Vitigno: Aglianico del Vulture. Vendemmia: prima decade di novembre. Affinamento: in barrique per circa 24 mesi, almeno un anno in bottiglia
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IGT Basilicata Bianco
Aglianico del Vulture vinificato in rosato. Prende il nome da Angelina Pietrafesa, figlia dei proprietari della Tenuta. Le uve utilizzate, provengono esclusivamente da vigneti aziendali. Vitigno: Aglianico del Vulture. Resa: 100 q.li per ettaro. Vendemmia: fine settembre, prima decade di ottobre. Affinamento: in acciaio, su fecce fini
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IGT Basilicata Bianco
Aglianico del Vulture vinificato in bianco. Prende il suo nome da Costanza d'Altavilla, madre di Federico II di Svevia, imperatore che fece edificare due importanti castelli a Melfi e Lagopesole. Le uve utilizzate, provengono esclusivamente da vigneti aziendali. Vitigno: Aglianico del Vulture. Resa: 100 q.li per ettaro. Vendemmia: fine settembre, prima decade di ottobre. Affinamento: in acciaio, su fecce fini
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IGP Basilicata Rosato
Aglianico del Vulture vinificato in rosato. Prende il nome da Angelina Pietrafesa, figlia dei proprietari della Tenuta. Le uve utilizzate, provengono esclusivamente da vigneti aziendali. Vitigno: Aglianico del Vulture. Resa: 100 q.li per ettaro. Vendemmia: fine settembre, prima decade di ottobre. Affinamento: in acciaio, su fecce fini